Cinquantamila presenze. Tante ne attende quest'anno il Festival dell'Economia di Trento che scalda i motori in vista dell'inaugurazione tra nove giorni esatti. L'impatto economico è quantificato in 2,3 milioni di euro, se verranno confermati i risultati della ricerca "Rfid for festival" dell'Ateneo di Trento (si veda «Il Sole-24 Ore NordEst» del 4 marzo scorso), realizzata sull'edizione 2008 nell'ambito del Piano di politica turistica del Comune.
«Le previsioni? Sono moderatamente ottimista» dice Mariangela Franch, docente di Marketing all'Università di Trento e responsabile del gruppo di ricerca E-Turism che ha effettuato l'indagine. «Questo tipo di turismo culturale – spiega – è infatti meno sensibile alle oscillazioni congiunturali; mi aspetto che sulla kermesse non vi siano ricadute significative della crisi economica. Una prima conferma arriva anche dal Festival della Montagna che si è appena concluso e che non ha subito contraccolpi. Del resto, si va verso un consolidamento ulteriore del Festival dell'Economia, come dimostra anche la difficoltà di trovare un posto in albergo dal 29 maggio al 1 giugno. La novità, semmai, è che il cerchio delle strutture ricettive si è ormai ampliato ben oltre l'ambito del centro storico».
Capacità di attrarre nuovo pubblico e buona forza di attrazione turistica: sono due fattori evidenziati dallo studio universitario "Rfid for Festival" che secondo i ricercatori hanno portato a più che raddoppiare l'investimento iniziale di circa un milione di euro. «L'edizione 2009 potrebbe suscitare un'attenzione ancora maggiore, visto il tema scelto, Identità e crisi globale – afferma Marilena Defrancesco, responsabile Grandi eventi della Provincia di Trento – e pare che le richieste di prenotazioni lo confermino. Certo, quest'anno il festival durerà un giorno in meno, bisognerà tenerne conto al momento del bilancio». E di città in overbooking parla anche Giorgio Antoniacomi, dirigente del Servizio Cultura e turismo del Comune. «Il Festival dell'Economia – afferma – è ormai entrato nell'elenco degli eventi nobili. C'è sempre stato un rapporto di reciprocità tra la città e la kermesse. Per noi era importante capire se questi eventi generassero un indotto, e quale: perciò abbiamo commissionato la ricerca all'Ateneo. Ora l'obiettivo è riproporre questa metodologia ai musei, tenendo conto dei risultati nella programmazione turistico-culturale».
silvia.sperandio@ilsole24ore.com
